Buon giorno famiglie!
Eccoci giunti all’ articolo conclusivo di questo speciale anno insieme, un articolo celebrativo in cui godremo dei tesori scoperti durante i 12 mesi in cui abbiamo camminato insieme.E’ tempo di vacanze, di riposo, di sorrisi e giochi. Abbiamo lavorato sodo e posto l’attenzione sulle nostre qualità, allenato le nostre abilità, acquisito consapevolezza delle nostre competenze e questo ci ha permesso – spero – di vivere più serenamente le eventuali difficoltà del quotidiano e ci ha preparato a questo momento nel quale possiamo godercela un pò, proprio come il re della foraste che, sdraiato felice sulla sua roccia, si gode la vista del suo meraviglio regno.E quale miglior modo per festeggiare se non con una bella canzone cantata tutti insieme??Parliano di “Akuna Matata” brano tratto dal Re Leone, che è una locuzione swahili, di uso estremamente comune in molte regioni dell’Africa centro-orientale. Una possibile traduzione in lingua italiana è “non ci sono problemi” o “senza pensieri”.Questo il nostro augurio in questo torrido Agosto, provare a vivere il tempo delle ferie avendo lo spirito dei 3 protagonisti del Re Leone, che sia solo per un giorno o per una settimana, cantate questo brano con tutta la famiglia, magari prima di fare colazione come rito propiziatorio mattutino così da poter sempre avere a mente che tanto si è fatto durante l’anno – alcuni mesi in particolare più di altri ! – e che ora è tempo di ricaricarsi e di ridere.. Ridere forte!!!Hakuna Matata a tutti voi, ci ritroveremo a Settembre con nuovi giochi e nuovi racconti per stare insieme!
TESTO“Hakuna Matata
ma che dolce poesia
Hakuna Matata
tutta frenesia.
Senza pensieri
la tua vita sarà
chi vorrà vivrà
in libertà
Hakuna matata.Lui era una gran beltà
ma proprio una rarità
Molto bene!
Grazie!
Ma dopo ogni pranzo
lui puzzava di più
tutti quanti svenivano
e cadevano giù
io ho l’animo sensibile
sembro tutto di un pezzo
ma ero affranto
proprio a causa di quel mio puzzo
e allora che vergogna
si vergognava
e voleva cambiar nome
perché soffrivi?
mi sentivo sbeffeggiare
allora…”